https://www.repubblica.it/economia/2024/05/06/news/ita_lufthansa_commissione_ue_vestager-422830706/--------------------------------------------------------
I GUAI del trasporto aereo italiano forse non sono ancora finiti. Dopo i 13,4 miliardi andati in fumo per Alitalia, ormai fallita, ecco la neonata promettente Ita Airways entrare in una pericolosa turbolenza.
Proprio oggi Lufthansa invierà alla Commissione Ue la lista definitiva degli impegni che è disposta ad accollarsi pur di acquisire Ita (per il 41% del capitale).
Gli impegni di Lufthansa – concordati con Ita stessa e il nostro ministero dell’Economia – dovrebbero rispondere alle obiezioni della Commissione Ue, garante della corretta competizione tra le imprese anche aeree e dei consumatori.
Dovrebbero, già: il condizionale è veramente d’obbligo, in queste ore complicate.
Tre effetti perversi
La Commissione Ue teme che la fusione tra Ita e Lufthansa generi tre effetti perversi. Primo. Una posizione dominante sullo scalo – certo strategico – di Milano Linate.
Secondo. Uno strapotere di Ita e Lufthansa lungo 39 rotte del breve, del medio e del lungo raggio. E, terzo, prezzi troppo alti per i passeggeri lungo le direttrici più sensibili. Sono le rotte dove i due vettori fronteggiano un unico concorrente e quelle dove operano da monopolisti.
Il problema è che cinque mesi di negoziati tra Lufthansa, Ita e la Commissione Ue non hanno portato a un accordo tra le parti. C’è distanza su Milano Linate e anche su molte delle 39 rotte a rischio. Al punto che un no di Bruxelles alla fusione resta una seria possibilità.
Gli scommettitori
E i bookmaker scommettono sullo stop della Commissione Ue anche per una ragione di date. Ricevuta la lista definitiva degli impegni di Lufthansa e Ita (oggi, 6 maggio), la Commissione Ue avrebbe dovuto pronunciarsi prima delle elezioni europee di giugno.
Poi, di colpo, la Commissione Ue ha rimandato la sua decisione al 13 giugno, dunque a urne ormai chiuse.
Ufficialmente il rinvio è motivato da ragioni tecniche. È ragionevole sospettare, però, che la Commissione Ue abbia fatto anche un ragionamento politico.
I partiti euroscettici
Il no a Ita-Lufthansa prima del voto avrebbe fornito un formidabile argomento ai partiti euroscettici: Alternativa per la Germania; Fratelli d’Italia e Lega, che certo avrebbero conquistato tanti voti in più contestando il veto europeo alla fusione.
Per questo un eventuale possibile no alle nozze italotedesche verrà pronunciato, prudentemente, a elezioni europee concluse. Il semaforo rosso, d’altra parte, sarebbe una mossa impopolare.
Su questo dossier, Bruxelles ha condotto la più severa indagine di tutti i tempi sulle fusioni nel comparto aereo. Attenzione: tanta severità è ben riposta se serve a proteggere i passeggeri da prezzi elevati.
Il caro biglietti
Va anche detto che, di fronte al caro biglietti che attanaglia tutta l’Europa dal 2022, la burocrazia comunitaria è apparsa sorpresa, frastornata, alla fine impotente.
L’accordo tra Ita-Lufthansa e la Commissione Ue, dunque, non c’è. Neanche su Linate, che sembrava la questione più semplice da risolvere.
Ita e Lufthansa hanno promesso di rinunciare a 22 slot (che sono poi i diritti di atterrare nello scalo e di decollare). E un simile taglio avrebbe azzerato l’intero beneficio che Ita e Lufthansa ottengono nello scalo lombardo dalla loro unione. Ma Bruxelles non si accontenta e vuole una sforbiciata ben più vigorosa.
Gli utili
La Commissione Ue chiede anche che Ita faccia un deciso passo indietro su otto rotte intercontinentali che oggi copre, anche accanto a Lufthansa.
I tedeschi, però, obiettano che l’abbandono secco dei collegamenti intercontinentali – i più profittevoli – impedirebbe a Ita di generare utili negli anni a venire.
Lufthansa, dunque, sarebbe costretta ad accollarsi una compagnia, la nostra, destinata a perdere soldi in modo strutturale.
Il pareggio a bilancio
I buoni risultati di Ita nel 2023 sono imputabili alla crescita proprio del lungo raggio, in termini di capacità (+100%) e di ricavi (più che raddoppiati).
Come sono e come saranno in prospettiva i conti di Ita? Il vettore chiude il bilancio 2023 con una piccola perdita di 5 milioni di euro e una cassa superiore ai 450. Ita, nello stesso tempo, non genera ancora gli utili necessari a investire con regolarità. E senza utili, già oggi ricorre alla leva dell’indebitamento.
Nel 2023, ha aperto una prima linea di credito per 90 milioni. Altri milioni 80 supportano l’acquisto di nuovi velivoli (attraverso l’emissione di un titolo garantito da attivi societari come nelle operazioni di “asset-backed security”).
La flotta
Proprio l’acquisto di aerei è uno spartiacque, in prospettiva. Entro l’anno, Ita vedrà quota 100. Avrà in pista e nei cieli, una flotta di 96 apparecchi. Ma ad ogni nuova entrata di aerei deve e sempre più dovrà sopportare un costo unitario elevato.
Lufthansa - con una flotta di 721 velivoli a fine 2023 e 27 nuovi ingressi nell’anno - strappa prezzi ben più vantaggiosi ad esempio al produttore Airbus, in ragione di un potere contrattuale maggiore.
Per questo la fusione Ita-Lufthansa garantirebbe vantaggi immediati. I conti 2023, che il management di Ita ha tenuto sotto controllo, hanno beneficiato anche di una domanda straordinaria di biglietti. Se questa dovesse calare (nel 2025 più che nel 2024), certo Ita si troverebbe in difficoltà.
Le assunzioni stagionali
E in questo clima incerto, la compagnia aerea tiene già i motori al minimo, ad esempio per la forza lavoro. Quest’estate ingaggerà altre 475 persone (tra cui 90 piloti e 330 assistenti di volo).
Ma saranno tutte assunzioni “stagionali”, non stabili, che serviranno solo a fronteggiare il picco di voli dell’estate.